Elon Musk, questa volta nei panni di CEO e founder di SpaceX, ha lanciato un tweet. Niente di strano. Se non fosse che per pubblicare il testo ha utilizzato una connessione Internet, come dire, spaziale (un utente che ha risposto scherzosamente chiedendo la password di Starlink).

Si è è servito dei suoi satelliti, quelli del progetto Starlink. Proprio quella miniflotta di 60 che a maggio ha mandato in orbita.

Il test si concluso con successo: Musk ha in questo modo confermato che il suo progetto sta andando nella direzione giusta, tant’è che solo pochi giorni fa la stessa Starlink avrebbe chiesto all’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni dell’ONU l’autorizzazione per aggiungere altri 30.000 satelliti, numero decisamente superiore rispetto ai 4.425 inizialmente previsti e approvati dalla FCC.

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Che cos’è Starlink

Starlink è l’ambizioso progetto di SpaceX per lanciare e gestire la propria rete di satelliti (i satelliti lavoreranno in tandem con stazioni di terra che ricevono e convertono il segnale), che ha l’obiettivo di fornire connettività a banda larga a livello globale, comprese le aree che in precedenza non avevano un accesso a una connessione Internet ad alta velocità.

Altri 30 mila satelliti

Questo mese, come dicevamo prima, SpaceX ha annunciato la sua intenzione di mettere in orbita altri 30 mila satelliti Starlink, oltre ai 12 mila precedentemente pianificati. La società sta preparando le soluzioni necessarie per soddisfare una domanda molto forte e quindi sta osservando in lungo e in largo le dimensioni della rete di piccoli satelliti potenzialmente necessaria per servire tutti i potenziali clienti in modo affidabile.