L’Internet of Medical Things (IoMT) è una fusione di dispositivi e applicazioni medici che possono connettersi ai sistemi informatici sanitari utilizzando le tecnologie di rete.

Può ridurre le visite ospedaliere non necessarie e l’onere per i sistemi sanitari collegando i pazienti ai loro medici e consentendo il trasferimento di dati medici su una rete sicura. Secondo l’analisi di Frost & Sullivan, il mercato globale IoMT nel 2016 valeva $ 22,5 miliardi; si prevede che raggiungerà $ 72,02 miliardi entro il 2021, con un tasso di crescita annuo composto del 26,2%.

Il mercato IoMT è costituito da dispositivi intelligenti, come dispositivi indossabili e monitor medici / vitali, rigorosamente per uso sanitario sul corpo, a casa o in comunità, cliniche o strutture ospedaliere; e relativi servizi di localizzazione in tempo reale, telehealth e altri.

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Ospedali sotto attacco

Inghilterra. Gli attacchi informatici agli ospedali avvengono ormai con cadenza regolare. L’episodio più recente è avvenuto in Australia, dove il Melbourne Heart Group è stato colpito da un ransomware che ha codificato e bloccato tutti i dati dei pazienti per 3 settimane. Due anni fa, maggio del 2017, un altro ransomware di nome WannaCry è riuscito a inserirsi all’interno del sistema informatico sanitario britannico causando la cancellazione di 20.000 appuntamenti e operazioni.

Singapore. Altro attacco significativo è avvenuto lo scorso anno al SingHealth, gruppo sanitario di Singapore, che si è visto sottrarre un massiccio database di dati contenenti informazioni anagrafiche dei pazienti. In questo caso, ad essere colpiti sono stati anche i dati del primo ministro Lee Hsien Loong’s.

Enormi possibilità per la ricerca

Questi dispositivi rappresentano un’occasione unica anche per il mondo della ricerca. Per la prima volta è possibile raccogliere enormi quantità di dati medici da ogni parte del mondo, facendoli convergere in data center dove possono essere elaborati e studiati.

Una miniera di informazioni

“Una vera e propria miniera di informazioni, che ora giace quasi inutilizzata ma che quando correttamente integrata con dati clinici di esito (cioè come effettivamente si è svolta la storia clinica del paziente) potrebbe fornire solidi basi alla ricerca. C’è necessità di grandi quantità di dati clinici per l’addestramento di dispositivi basati su principi di intelligenza artificiale: questi dispositivi possono arrivare, in futuro, ad avere livello di affidabilità medicale” ha spiegato Alice Ravizza, docente del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale del Politecnico di Torino. Affidabilità che deve essere provata con metodi di validazione clinica basati sulla evidenza, con le stesse strategie attualmente in uso per i farmaci.