Una crescita esponenziale. Chi ha provato Siri, l’assistente virtuale di Apple, nel lontano 2012 sarà rimasto molto deluso: le performance del software, presentato con grande entusiasmo, erano decisamente al di sotto delle aspettative degli utenti.

Anche una richiesta piuttosto semplice, come cancellare un messaggio o far partire una telefonata, si rivelava complessa per Siri, che faceva una gran fatica a comprendere le direttive che le venivano date. A distanza di 6 anni, nel 2018, l’assistente virtuale di Google Duplex è stato in grado di prenotare un appuntamento dal parrucchiere, senza che dall’altra parte del telefono si accorgessero del fatto che a parlare non fosse un umano. Cosa è successo in questi anni?

Prima di addentrarci nell’evoluzione dell’intelligenza artificiale e nelle sue applicazioni presenti e future, è importante specificare che la nascita di questa disciplina è datata 1956. Dopo le altissime aspettative dei primi tempi, la spinta verso questo settore è un po’ scemata per la mancanza di risultati concreti e immediati, salvo poi riprendere forza in periodo recente anche grazie al miglioramento delle prestazioni dei computer e a una crescente integrazione con altre tecnologie, che ha permesso di raccogliere una quantità sempre maggiore di dati, il “cibo” di cui si nutre l’intelligenza artificiale.

Risiedono proprio qui, forse, alcune delle cause più importanti della crescita, che ha portato a una vera e proprio esplosione del settore: negli ultimi anni il numero di ricerche e pubblicazioni scientifiche sul tema è cresciuto circa del 500% e negli ultimi quattro anni le imprese che hanno deciso di adottare sistemi di IA sono aumentate del 270%.

Non devono sorprendere, dunque, i miglioramenti registrati dal “primo Siri” alla telefonata di “Duplex”: ma quali sono le applicazioni concrete e presenti dell’intelligenza artificiale?

(Saul Loeb/AFP/Getty Images)

 

L’intelligenza artificiale è già tra noi

Quando sentiamo parlare di Intelligenza artificiale probabilmente siamo abituati a pensare a robot umanoidi in grado di svolgere in autonomia compiti complessi o a dei super-soldati usciti da Guerre Stellari o Terminator, pronti a conquistare il mondo. Ma non ci accorgiamo che l’intelligenza artificiale è tra noi e vi interagiamo continuamente.

Cerchiamo qualcosa su un motore di ricerca? Un’intelligenza artificiale deciderà l’ordine dei risultati. Vogliamo guardare un film in streaming? Un’intelligenza artificiale ci suggerirà i contenuti più affini ai nostri gusti. Impostiamo il navigatore? Un’intelligenza artificiale ci segnalerà il percorso più veloce. Facciamo la spesa al supermercato? Probabilmente un’intelligenza artificiale ha contribuito a determinare la disposizione dei prodotti sugli scaffali.

Sul mercato, per proseguire con gli esempi, sono presenti decine di braccialetti e orologi “smart” che analizzano il nostro stile di vita, monitorando la nostra attività fisica, la quantità e la qualità del sonno e i nostri parametri vitali, usando tutti questi dati per suggerirci come migliorare la nostra salute.

Per poche decine di euro, inoltre, possiamo dotare il nostro salotto di un assistente vocale e addirittura il gabinetto, stando a quanto presentato a Los Angeles nel corso del CES 2019, può diventare “intelligente” con altoparlanti, illuminazione d’atmosfera e tavoletta riscaldata gestiti direttamente attraverso comandi vocali e Amazon Alexa.

La rivoluzione sta arrivando

I segnali del presente ci dicono che, in futuro, l’intelligenza artificiale potrebbe giocare un ruolo sempre più cruciale nelle nostre vite: nella sanità, la tecnologia potrà aiutare i medici nella diagnosi, sfruttando i dati contenuti negli archivi di tutto il mondo per individuare, in pochi secondi, la patologia che affligge il paziente.

Inoltre, l’intelligenza artificiale potrà essere utilizzata per trovare nuovi farmaci e, in una società in cui l’età media della popolazione cresce inesorabilmente, giocherà un ruolo chiave per garantire a ogni anziano un’assistenza adeguata.

Per quanto riguarda il mondo del lavoro, la diffusione di questi sistemi potrebbe “liberare” l’uomo da attività ripetitive e alienanti e, allo stesso tempo, favorire la nascita di nuove professioni.

Infine, i sistemi di guida autonoma, sempre più affidabili e performanti, stanno cambiando lentamente ma in modo inesorabile anche il settore dei trasporti. Ma a cambiare saranno anche (e soprattutto?) i rapporti sociali, forse anche i legami affettivi.